Piccola Fraternitá Francescana
Piccola
Fraternitá
Francescana
Chi è la Piccola Fraternitá Francescana?
Speriamo di essere un piccolo segno nella Chiesa: una luce accesa dal Signore! Convinte che tante luci accese potrebbero rischiarare le tenebre di questo mondo!
Desideriamo dire con la nostra vita che il Signore c’è e ci vuole bene, chiunque siamo e qualsiasi cosa abbiamo fatto!
Vorremmo essere un riflesso di quell’amore che ci ha conquistate, dire che è bello vivere di Lui, cercarlo con tutto il cuore e mettersi a Sua disposizione, che è Fedele e non abbandona chi si affida a Lui!
“Affida al Signore la tua via, confida in Lui ed Egli agirà” Sal 36 (37)
Come siamo arrivate qui
La Piccola Fraternità Francescana nasce ufficialmente il 31 Maggio 2020 (Domenica di Pentecoste), quando il Vescovo di Cremona S.E. Mons. Antonio Napolioni, firma il decreto con cui approva il nostro statuto, ma il cammino che ci ha portato a questo passaggio comincia molto prima.
Si può dire che il seme è stato gettato a terra nel Novembre 2015 quando noi tre, Cristina, Paola e Sara, provenienti da un’esperienza religiosa comune, ci ritroviamo in abiti borghesi, con le valige in mano in cerca di un nuovo alloggio!
L’inizio è stato decisamente faticoso e doloroso. Il periodo iniziale è stato un cammino nel buio, nell’incertezza, nella precarietà, costellato di rifiuti, derisioni e desolazioni.
Ma due cose erano certe e comuni a tutte e tre: innanzitutto che la vita che avevamo sperimentato fino ad allora era ancora viva dentro di noi inoltre che Dio non ci aveva abbandonato, ma anzi continuava a guidare la nostra storia.
I segni della Sua Provvidenza nei nostri confronti sono stati da subito numerosi, grandi e sempre al momento opportuno, quando cioè le forze o le speranze sembravano venir meno.
Infatti da subito ci ha “sconvolte” fino alle lacrime, la grande generosità di alcuni benefattori, ai quali siamo veramente grate, che è stato per noi un grande segno della Provvidenza per continuare il cammino, soprattutto perché totalmente inaspettato. A questo gesto si è aggiunto quello di altri benefattori che hanno messo a nostra disposizione la loro villa nella campagna Toscana dove abbiamo abitato per ben otto mesi.
Dopodiché la mamma di Cristina, Giovanna, che ora ci protegge dal cielo, ci ha aperto le porte della sua grande cascina nella campagna Cremonese e qui abbiamo vissuto per altri circa sei mesi.
Nonostante la precarietà e l’incertezza abbiamo sempre portato avanti lo stile di vita che avevamo vissuto fino ad allora, così come potevamo, rispettando ad esempio i nostri orari di preghiera e partecipando insieme alla celebrazione eucaristica quotidiana: è da qui, da Gesù vivo in mezzo a noi, che abbiamo attinto la forza per andare avanti.
Questi mesi di “nascondimento” sono stati propizi per fare silenzio, per ascoltare e ascoltarci, per cercare di comprendere che cosa il Signore volesse da noi, per confermare e dire ancora sì alla chiamata iniziale!
Nel frattempo la Provvidenza ci veniva incontro offrendoci opportunità di lavoro che ci servivano per vivere e contribuire alle spese di casa, adattandoci a qualsiasi cosa: dalla collaborazione in uno studio di commercialisti, all’assistenza agli anziani e ai disabili, al lavapiatti in un ristorante, a dare ripetizioni etc..
Di fatto però il tempo stava passando e fino ad allora non si era aperta nessuna nuova strada, Paola ad esempio aveva iniziato ad inviare il curriculum per cercare un lavoro stabile.
Quindi, insieme, decidiamo che forse era arrivato il momento di separarci e di cercare ognuna la propria via.
Sara il giorno dopo sarebbe partita per una settimana di ritiro presso una comunità religiosa, per poi proseguire verso casa sua. Esattamente la sera prima della partenza però il parroco del paese, don Mario, ignaro della nostra decisione, ci fa una proposta: ci chiede di collaborare con lui nell’unità pastorale di cui era parroco!!! Ci offre anche una casa canonica dove abitare insieme, da sole, “rinunciando” però ad ogni istituzionalizzazione, che lui ovviamente non poteva offrirci. Non saremo mai abbastanza grate a don Mario, non solo per questo, ma anche per la sua accoglienza, per il suo non giudicare mai e per la fiducia che ci ha dato (don Mario è terziario francescano!).
Anche se non senza tremore, perplessità, dubbio, paura accettiamo questa proposta e decidiamo di rimanere unite.
La casa canonica necessitava di qualche piccolo lavoretto, pertanto don Mario ne informa il Vescovo comunicandogli anche ciò che riguardava noi tre.
E da qui le cose iniziano a prendere un’altra piega!
Il Vescovo ferma tutto e dice a don Mario che prima ci vuole conoscere.
Difficile spiegare a parole il nostro stato d’animo in quel momento; un mix di stupore, gioia, timore, timidezza, trepidazione... Eravamo perfettamente consapevoli che noi non saremmo mai, da sole, arrivate a presentarci al Vescovo!
Alla fine dell’incontro il Vescovo dopo averci interrogate e ASCOLTATE esclama: “Beh! Non mi sembrate così fuori!”.
Siamo uscite da quell’incontro che camminavamo a tre metri sopra terra; quelle parole per noi in quel momento suonavano come le più belle mai sentite!
Il Vescovo poi ha voluto che facessimo anche un percorso di discernimento con il vicario episcopale per la vita consacrata, don Giulio, con il quale ci siamo incontrate diverse volte, sia insieme che singolarmente. Al termine di questo percorso don Giulio ha dato il suo pare positivo su di noi al Vescovo.
Don Giulio, come don Mario, è stato un altro grande strumento della Provvidenza per noi: tutto sarebbe potuto finire lì e invece … AVANTI, un’altra spinta in avanti!
Il Vescovo ci ha proposto di venire in città per non essere sperdute nella campagna e per seguirci meglio.
Per una coincidenza “strana” a Paola iniziavano ad arrivare le risposte alle richieste di lavoro: diverse offerte di lavoro a tempo determinato e persino una a tempo indeterminato!!!
Si trattava di prendere una decisione importante, che riguardava in prima persona Paola e poi anche tutte e tre.
Abbiamo pregato e messo in comune il nostro sentire. Non è stato facile, ma alla fine abbiamo deciso di dare una chance a questa nuova vita che sembrava stesse nascendo e Paola ha rifiutato quell’allettante proposta di lavoro.
Il Vescovo ci ha proposto una prima sistemazione dove andare a vivere (che però non era idonea per noi) e poi, grazie al suggerimento di don Massimo, altro grande strumento della Provvidenza per noi, è arrivato l’attuale convento, che è stato prima delle suore adoratrici, poi delle ancelle del santissimo sacramento ed era rimasto vuoto da alcuni mesi.
Abitiamo qui da Gennaio 2017 sotto lo sguardo del Vicario generale, don Massimo, che è anche parroco della parrocchia dove è situato il convento. Così la parrocchia di san Sebastiano con i suoi sacerdoti, don Massimo e don Michele prima e ora don Marco, ci ha proprio “adottate”, accolte, volute bene, rispettate, permesso di crescere secondo il nostro carisma.
Il Vescovo ci ha inoltre affidate ad un referente da lui nominato, don Primo, ex direttore spirituale del seminario, il quale ci ha accompagnate lungo questi anni. Insieme abbiamo cercato di discernere che cosa il Signore ci stesse chiedendo, ci ha tenuto diversi ritiri spirituali e grazie anche al suo aiuto il cammino si è andato sempre più consolidando. Don Primo è stato come un padre premuroso, si è preso cura di noi con amore e impegno, ci ha custodite e incoraggiate!
Abbiamo innanzitutto scritto una forma di vita e l’abbiamo presentata al Vescovo, il quale ci ha permesso di vivere in accordo ad essa.
Anche verso il Vescovo non saremo mai grate abbastanza per tutto quello che ha fatto per noi.
Eravamo totalmente sconosciute, povere, senza grandi carismi da offrire alla diocesi; non sarebbe stato difficile non accoglierci, nessuno se ne sarebbe accorto o lamentato! E invece ha scelto di darci un’opportunità, di starci a guardare. Disse qualcosa del tipo “se il carisma c’è lo devono vedere tutti!”
A poco a poco in questo cammino durato circa tre anni e mezzo ci è sembrato di comprendere che il Signore ci chiedeva di continuare su questa strada e allora abbiamo preso il coraggio e abbiamo scritto il nostro statuto, sempre con l’aiuto di don Primo e di don Massimo.
Finalmente lo abbiamo presentato anche al Vescovo che comunque non ha mai smesso di seguirci e il 31 Maggio, Domenica di Pentecoste è arrivata la sua firma sul decreto che approvava lo statuto e nasceva così la Piccola Fraternità Francescana. Quella firma non è arrivata solo su quel foglio ma il Signore ce l’ha fatta sentire anche nel cuore, come una grande consolazione e guarigione!
Domenica 14 Giugno 2020 il Vescovo è venuto personalmente a presiedere l’Eucarestia e a presentarci ufficialmente alla comunità.
Il 20 Settembre 2020 inoltre abbiamo fatto la vestizione e i primi voti semplici.
Tutto questo percorso ci ha portato ad un punto di partenza…
E AVANTI CON FIDUCIA!!
Le nostre storie personali
Sara
Pace e Bene. Sono Sara Misuri, ho 45 anni e sono originaria di Rosignano in provincia di Livorno. Subito dopo la laurea in ingegneria ho iniziato a lavorare presso un’azienda del mio paese.
Ero una ragazza felice, avevo tutto ciò che desideravo:
Paola
Pace e Bene. Sono Sara Misuri, ho 45 anni e sono originaria di Rosignano in provincia di Livorno.
Subito dopo la laurea in ingegneria ho iniziato a lavorare presso un’azienda del mio paese.
Ero una ragazza felice, avevo tutto ciò che desideravo:
Cristina
Pace e Bene. Sono Sara Misuri, ho 45 anni e sono originaria di Rosignano in provincia di Livorno.
Subito dopo la laurea in ingegneria ho iniziato a lavorare presso un’azienda del mio paese.
Ero una ragazza felice, avevo tutto ciò che desideravo: