QUARESIMA 2023
CON LE MEDITAZIONI
DI SANTA TERESA DI LISIEUX
(proposta in occasione dei 150 anni dalla nascita)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Gesù, ascolta la mia preghiera, voglio rallegrarti con il mio amore; sai bene che a te solo voglio piacere; degnati di esaudire il mio ardente desiderio. Accetto le prove del triste esilio per attirarti e consolarti il cuore, ma trasforma in amore tutte le mie opere, oh mio sposo, amato Salvatore. È il tuo amore, Gesù, che io reclamo; è il tuo amore che mi deve cambiare. Metti nel mio cuore la tua fiamma ardente perché io ti possa amare e benedire. Sì, ti amerò e ti benedirò come si fa in cielo; ti amerò con lo stesso amore con cui mi amasti, Gesù Verbo eterno. Divino Salvatore, alla fine della mia vita vieni a prendermi senza tardare. Mostrami la tua tenerezza infinita E la dolcezza del tuo sguardo divino. Con amore, la tua voce mi chiama dicendo: «Vieni, tutto è perdonato. Vieni a riposare sul mio cuore, mia fedele sposa Ti mi hai molto amato.
(Teresa di Lisieux, Poesie, n. 41)
I STAZIONE:
Gesù è condannato a morte
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: "Salve, re dei Giudei!". Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. (Mt 27,27-31)
Dalle poesie di S. Teresa di Lisieux (n. 45)
Quando l’azzurro si oscura e sembra quasi abbandonarmi, la mia gioia è restar nell’ombra, restare nascosta e abbassarmi. La mia gioia è fare il tuo volere, Gesù, mio solo amore, e vivo senza alcun timore amando il giorno così come la notte. La mia gioia è restare piccola, così quando mi capita di cadere posso rialzarmi in fretta, se Gesù mi dà la sua mano. Io lo ricopro di carezze, gli dico che per me è tutto, e poi raddoppio la dolcezza quando si nasconde alla mia fede.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
II STAZIONE
Gesù porta la croce al calvario
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!". E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. (Mc 15,16-20)
Dai Manoscritti autobiografici di S. Teresa di Lisieux (MC 277)
Signore, la vostra figlia ha capito la vostra luce divina! Vi chiede perdono per i suoi fratelli. Accetta di nutrirsi per quanto tempo voi vorrete del pane del dolore, e non vuole alzarsi da questa tavola colma di amarezza, alla quale mangiano i poveri peccatori, prima del giorno che voi avete segnato. Ma anche lei osa dire a nome proprio e dei suoi fratelli: «Abbi pietà di noi, Signore, perché siamo poveri peccatori!». Oh, Signore, rimandateci giustificati… che tutti coloro i quali non sono illuminati dalla fiaccola limpida della fede, la vedono finalmente brillare… Gesù, se è necessario che la tavola profanata da loro sia purificata da un’anima che ti ama, accetto di mangiare da sola il pane della prova, fino a quando ti piaccia introdurmi nel tuo regno luminoso. La sola grazia che ti chiedo è di non offenderti mai!
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
III STAZIONE
Gesù cade la prima volta
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. (Is 53,2b-4)
Dai Manoscritti autobiografici di S. Teresa di Lisieux (MC 328)
Una volta ero alla lavanderia, davanti a una consorella che mi lanciava schizzi d’acqua sporca sul viso ogni volta che sollevava i fazzoletti sul lavatoio; il mio primo moto fu di fare un passo indietro, e asciugarmi la faccia: così la consorella che mi aspergeva avrebbe capito quanto mi avrebbe giovato se fosse stata un po’ più calma e attenta; ma pensai subito che ero ben sciocca a rifiutar diamanti e gemme che mi venivano offerti così generosamente, e mi guardai bene dal far trasparire la mia lotta. Feci ogni sforzo per desiderare di ricevere tanta acqua sporca al punto che, alla fine, avevo davvero preso gusto a quel nuovo genere di aspersione, e promisi a me stessa di tornare un’altra volta in quel posticino così felice, dove si ricevevano tanti tesori. Madre cara, lei vede che sono una piccolissima anima, e non posso offrire al buon Dio che piccolissime cose. Ancora mi succede spessi d lasciarmi sfuggire quei piccoli sacrifici che danno tanta pace all’anima; ma non me ne scoraggio, sopporto di avere un po’ meno pace, e cerco di essere più vigilante la prossima volta.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
IV STAZIONE
Gesù incontra sua madre
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé. (Gv 19,26-27)
Dalle Poesie di S. Teresa di Lisieux (P 54)
Maria, quando contemplo la tua vita nel vangelo, non ho più paura di avvicinarmi a te, e non mi è difficile credermi tua figlia, perché ti vedo soffrire, mortale come me. Tu ci ami, Maria, come ci ama Gesù, e accetti di staccarti da lui per noi. Amare è donare tutto, è donare se stessi. Tu l’hai dimostrato rimanendo con noi. Il Salvatore conosceva la tua immensa tenerezza quando ci ha affidati a te, rifugio dei peccatori, mentre lasciava la croce per attenderci in cielo.
Maria, tu mi appari sulla vetta del Calvario, stavi presso la croce come un sacerdote sull’altare, mentre offrivi, per placare la giustizia del Padre, il tuo amato Gesù, il dolce Emmanuele!
La casa di Giovanni diventa il tuo unico asilo; il figlio di Zebedeo dovrebbe sostituire Gesù: questo è l’ultimo dettaglio che ci dà il vangelo, poi non si parla più della Regina del cielo. Ma quel silenzio profondo, Madre amata, non svela forse che il verbo eterno vuole cantare lui stesso i segreti della tua vita, e stupire i tuoi figli, tutti gli eletti del cielo?
Al mattino della mia vita mi hai sorriso: vieni e sorridimi ancora, Madre, è già sera! Non temo più la tua gloria eccelsa: ho sofferto con te e ti domando adesso di poter cantare sulle tue ginocchia, perché ti amo, ripetendo per sempre che sono tua figlia.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
V STAZIONE
Gesù è aiutato da Simone di Cirene
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa "Luogo del cranio". (Mc 15,21-22)
Dalle Poesie di S. Teresa di Lisieux (P 31)
Signore Gesù, per amore ti sei immolato per me, e io voglio donarti tutta la mia vita. Tu hai detto: «Non c’è amore più grande che dare la vita per gli amici»: il mio grande amore sei tu, Gesù. É sera, il giorno ormai declina, resta con me Signore, e guidami nel cammino; portando la tua croce salgo la collina. La tua voce ha un’eco profonda nella mia anima. Voglio assomigliarti, Signore, e la sofferenza: io la reclamo! La tua parola di fuoco mi brucia il cuore. Tu hai conseguito l’eterna vittoria, e tutti gli angeli la cantano, ma per entrare nella gloria sublime hai dovuto soffrire. Quanto disprezzo hai dovuto subire per me, sulla riva straniera. Per te, io sulla terra, voglio nascondermi, essere l’ultima fra tutti. Mio amato, il tuo esempio mi invita ad abbassarmi, a disprezzare gli onori. Per conquistarli voglio restare piccola, e affascinerò il tuo cuore dimenticandomi. Tu, quel gran Dio che l’universo adora, giorno e notte vivi prigioniero dentro me. E la tua dolce voce sempre mi implora e mi ripete. «Ho sete, ho sete d’amore»! Anch’io sono tua prigioniera, e voglio ripetere a mia volta la tua tenere preghiera: «Ho sete d’amore».
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
VI STAZIONE
Una donna asciuga il volto di Gesù
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Il mio cuore ripete il tuo invito: "Cercate il mio volto!". Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 27,8-9)
Dalle Poesie di S. Teresa di Lisieux (P 20)
Gesù, il tuo volto ineffabile è una stella che guida i miei passi. Sai bene che il tuo dolce viso è per me, quaggiù, il paradiso. Il mio amore scopre il fascino del tuo volto adorno di pianto. Ho sorriso tra le lacrime contemplando i tuoi dolori. Io per consolarti voglio vivere ignorata da tutti su questa terra! Ho scoperto tutto il mistero della tua bellezza, che sai nascondere, e vorrei volare verso di te. Il tuo volto è la mia sola patria, è il mio regno d’amore, è il mio prato ridente, è il mio dolce sole di ogni giorno. Il tuo volto è il giglio della valle, la cui misteriosa fragranza consola la mia anima esiliata, facendole gustare la pace del cielo. Il tuo volto, mio dolce salvatore, è il mio riposo, la mia dolcezza, la mia lira melodiosa. È il mio mazzetto di mirra che voglio tenere sul mio cuore. Il tuo volto è il mio unico tesoro. Non chiedo nient’altro. E venendo sempre a nascondermi al suo riparo, Gesù. Ti assomiglierò.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
VII STAZIONE
Gesù cade la seconda volta
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome del Signore le ho distrutte. Mi hanno circondato come api, come fuoco che divampa tra i rovi, ma nel nome del Signore le ho distrutte. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. (Sal 118, 11.12-13.18)
Dalle Lettere di S. Teresa di Lisieux
La scena di questo mondo passa, presto vedremo nuovi cieli; un sole più radioso con i suoi splendori illuminerà mari eterei, orizzonti infiniti! L’immensità sarà il nostro spazio! Non saremo più prigioniere in questa terra d’esilio, tutto sarà passato! Con il nostro sposo celeste navigheremo sui laghi senza sponde… l’infinito non ha confini, né fondo, né riva! Coraggio, Gesù ode persino l’ultima eco del nostro dolore. Le nostre arpe in questo momento sono appese ai sadici che fiancheggiano il fiume di babilonia, ma nel giorno della nostra liberazione quali armonie faremo sentire, con quale gioia faremo vibrare tutte le corde dei nostri strumenti! L’amore si paga solo con l’amore, e le piaghe dell’amore si guariscono sol con l’amore. Offriamo volentieri le nostre sofferenze a Gesù per salvare le anime. Povere anime! Esse hanno meno grazie di noi e tuttavia è stato versato tutto il sangue di un Dio per salvarle! E Gesù desidera far dipendere la loro salvezza da un sospiro del nostro cuore. Che mistero! Se un sospiro può salvare un’anima, cosa non potranno fare sofferenze come le nostre? Non rifiutiamo nulla a Gesù.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
VIII STAZIONE
Gesù incontra le donne di Gerusalemme
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadete su di noi!", e alle colline: "Copriteci!". Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?". (Lc 23,27-31)
Dai Manoscritti autobiografici di S. Teresa di Lisieux (MA 125)
Talvolta mi sentivo sola, molto sola, come nei giorni della mia vita di collegio, quando passeggiavo triste e malata nel cortile grande; allora ripetevo le parole che mi facevano sempre rinascere nel cuore la pace e la forza: «La vita è la tua nave e non la tua dimora». Già da piccolissima ritrovavo coraggio in questo verso, e ancora oggi, nonostante gli anni che cancellano tante impressioni di pietà infantile, l’immagine della nave affascina la mia anima e l’aiuta a sopportare l’esilio. Anche la Sapienza dice che: «La vita è come la nave che rompe le acque agitate e non lascia dietro sé traccia del proprio passaggio». Quando penso a queste cose, la mia nima s’immerge nell’infinto, e mi sembra già di toccare la riva eterna. Mi pare di ricevere l’abbraccio di Gesù, di vedere la mia Madre del Cielo venirmi incontro.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
IX STAZIONE
Gesù cade la terza volta
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono. (Eb 5,7-9)
Dalle Poesie di S. Teresa di Lisieux (P 34)
Gesù, mio unico amore, quanto amo ogni sera gettare dei fiori ai piedi della tua croce! Sfogliando per te la rosa primaverile vorrei asciugare il tuo pianto. Gettare fiori è offrirti come primizie i più leggeri sospiri fino ai più grandi dolori. Le mie pene e le mie gioie, i miei piccoli sacrifici: questi sono i miei fiori! Signore, la mia anima è invaghita della tua bellezza. Voglio donarti i miei profumi e i miei fiori gettandoli sulle ali della brezza: voglio infiammare i cuori! Lanciare fiori, Gesù, è la mia arma quando voglio lottare per salvare i peccatori; la vittoria è mia! Ti disarmerò sempre… con i miei fiori! I petali di fiori con cui ti accarezzo il viso, ti dicono che il mio cuore è tuo per sempre. Tu comprendi il linguaggio della mia rosa sfogliata, e sorridi al mio amore. Gettare fiori, ripetere le tue lodi, è il mio unico piacere in questa valle di lacrime. Presto andrò in cielo con i piccoli angeli, gettando fiori!
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
X STAZIONE
Gesù è spogliato delle vesti
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato -, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: "Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca". Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così. (Gv 19,23-24)
Dai Manoscritti autobiografici di S. Teresa di Lisieux (MC 297-298)
Non esiste gioia paragonabile a quella che gusta il vero povero di spirito. Se chiede con distacco una cosa necessaria, e non soltanto quella cosa gli viene rifiutata, ma addirittura cercano di prendergli quello che ha, egli segue il consiglio di Gesù: «A chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello». Abbandonare il proprio mantello e, mi sembra, rinunziare ai propri ultimi diritti, considerarsi come la serva, la schiava delle altre. Quando si è lasciato il proprio mantello è più facile camminare, correre, perciò Gesù aggiunge: «E chiunque vi forzi a fare mille passi, fatene duemila di più con lui». Così non basta dare a chiunque mi chieda qualche cosa, bisogna che io vada incontro ai desideri, che mi mostri molto grata e onorata di rendermi utile, e se prendono una cosa che uso, non devo mostrare di rimpiangerla, ma al contrario sembrar felice di essermene sbarazzata. Madre cara, son ben lontana dal praticare quello che comprendo, tuttavia il solo desiderio che ne ho, mi dà pace.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
XI STAZIONE
Gesù è crocifisso
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: "Il re dei Giudei". Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: "Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!". Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: "Ha salvato altri e non può salvare sé stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!". E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. (Mc 15,25-32)
Dai Manoscritti autobiografici di S. Teresa di Lisieux (MA 135)
Sentii parlare di un grande criminale, che era appena stato condannato a morte per dei delitti orribili: tutto faceva prevedere che sarebbe morto nell’impenitenza. Volli a ogni costo impedirgli di cadere nell’inferno, e per riuscirci usai tutti i mezzi immaginabili; consapevole che da me stessa non potevo nulla, offrii al buon Dio tutti i meriti infiniti di Nostro Signore, i tesori della santa Chiesa, infine pregai Celina di far dire una messa secondo le mie intenzioni, non osando chiederla io stessa per timore d’essere costretta a confessare ch’era per Pranzini, il grande criminale. Non volevo dirlo nemmeno a Celina, ma lei mi fece domande così tenere e pressanti, che le confidai il mio segreto; ben lungi dal prendermi in giro, mi chiese di aiutarmi a convertire il mio peccatore; accettai con riconoscenza, perché avrei voluto che tutte le creature si unissero a me per implorare la grazia a favore del colpevole. (…) Dissi al buon Dio che ero sicura dal suo perdono per lo sciagurato Pranzini, e che avrei creduto ciò anche se quegli non si fosse confessato e non avesse dato un segno di pentimento, tanta fiducia avevo nella misericordia infinita di Gesù, ma che gli chiedevo solamente «un segno» di pentimento per mia semplice consolazione… la mia preghiera fu esaudita alla lettera!
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
XII STAZIONE
Gesù muore in croce
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: "Eloì, Eloì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Ecco, chiama Elia!". Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere". Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!". (Mc 15,33-39)
Dai Manoscritti autobiografici di S. Teresa di Lisieux (MA 235)
Ora non ha più alcun desiderio, se non di amare Gesù alla follia; solo l’abbandono mi guida, non ho altra bussola! Non riesco a chiedere più niente con ardore, fuorché il compimento perfetto della volontà del Signore sulla mi anima, senza che le creature possano porvi ostacolo. Posso dire queste parole del cantico spirituale del nostro santo padre Giovanni della Croce: «Da quando ne ho l’esperienza, l’Amore è così potente in opere che sa trarre profitto da tutto, dal bene e dal male che trova in me, e trasforma l’anima mia in sé». Oh madre cara! Com’è dolce la via dell’amore! Certo si può anche cadere, si possono commettere delle infedeltà, ma l’amore, sapendo trarre profitto da tutto, consuma rapidamente tutto quello che può dispiacere a Gesù, lasciando solo un’umile e profonda pace in fondo al cuore.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
XIII STAZIONE
Gesù è deposto dalla croce
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch'egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. (Mc 15,42-45)
Dai Manoscritti autobiografici di S. Teresa di Lisieux (MC 288)
Il Signore mi ha concesso la grazia di capire che cos’è la carità; prima lo capivo, è vero, ma in un modo imperfetto, non avevo approfondito queste parole di Gesù: «Il secondo comandamento è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso». Mi dedicavo soprattutto ad amare Dio, amandolo ho capito che l’amore non doveva manifestarsi soltanto a parole, perché: «Non coloro che dicono: “Signore, Signore!” entreranno nel regno dei Cieli, bensì coloro che fanno la volontà di Dio».
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
XIV STAZIONE
Gesù è deposto nel sepolcro
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all'entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. (Mc 15,46-47)
Dalle Poesie di S. Teresa di Lisieux (P 17)
Vivere d’amore è custodirti, Verbo increato, Parola del mio Dio. Tu lo sai, o Gesù, che ti amo. Lo spirito di amore mi incendia col suo fuoco. Amando te, Gesù, attiro il Padre nel mio debole cuore. O Trinità, tu sei prigioniera del mio amore! Vivere d’amore non è piantare una tenda sulla cima del Tabor, ma salire sul Calvario con Gesù, e vedere la croce come un tesoro. In cielo mi sarà dato di gioire, allora ogni prova sarà passata per sempre, ma quaggiù nell’esilio io voglio vivere d’amore nella sofferenza. Vivere d’amore è donarsi senza misura, senza chiedere nessuna ricompensa. Senza far conti io dono, sicura che quando si ama non si possono fare calcoli. Vivere d’amore è navigare senza sosta, seminando nei cuori la gioia e la pace. Mi spinge la carità, amato pilota, perché ti vede nelle anime mie sorelle. La carità, ecco la mia stella: alla sua luce, vogo sulla giusta rotta; e sulla vela è scritto il mio motto: «Viver d’amore».
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siamo impresse nel mio cuore.
Preghiamo.
O Signore, che ci hai voluto salvare con la morte in croce di Cristo tuo Figlio, concedi a noi, che abbiamo conosciuto in terra il suo mistero d'amore, di godere i frutti della redenzione in cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Il Signore ci benedica ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Comments