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IL PERDONO D'ASSISI

IL PERDONO D'ASSISI, COS'È E COME FUNZIONA


Si tratta di un'indulgenza plenaria che può essere ottenuta visitando una chiesa francescana o una chiesa parrocchiale


DAL MEZZOGIORNO DEL 1º AGOSTO ALLA MEZZANOTTE DEL 2 AGOSTO


e tutti i giorni dell'anno visitando la Chiesa della Porziuncola di Assisi dove morì San Francesco.


COS’E’ L’INDULGENZA PLENARIA


Per capire cos’è l’indulgenza dobbiamo tenere presente due aspetti del peccato: colpa e pena. La colpa viene rimessa con la Confessione; la pena è l’effetto del peccato che rimane anche dopo il perdono.

L’indulgenza plenaria toglie anche la pena temporale, grazie alla mediazione della Chiesa e ad alcune pratiche devote che i fedeli sono chiamati a svolgere.

Nel Catechismo della Chiesa cattolica ai n° 1478-9 si legge:

«L’ indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatole da Gesù Cristo, interviene a favore di un cristiano e gli dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi perché ottenga dal Padre delle misericordie la remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati. Così la Chiesa non vuole soltanto venire in aiuto a questo cristiano, ma anche spingerlo a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità. Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch’ essi membri della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l’ altro, ottenendo per loro delle indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati».

«Mediante le indulgenze i fedeli possono ottenere per se stessi, e anche per le anime del Purgatorio, la remissione delle pene temporali, conseguenze dei peccati.(CCC 1498)»


A QUALI CONDIZIONI SI PUÒ OTTENERE L'INDULGENZA?


1. VISITARE UNA CHIESA FRANCESCANA O PARROCCHIALE dove si deve rinnovare la professione di fede, mediante la RECITA DEL CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana,

2. Ricevere l’assoluzione per i propri peccati nella CONFESSIONE SACRAMENTALE, celebrata nel periodo che include gli otto giorni precedenti e successivi alla visita di una chiesa francescana o parrocchiale, per tornare in grazia di Dio;

3. partecipare alla MESSA E ALLA COMUNIONE EUCARISTICA nello stesso arco di tempo indicato per la Confessione;

4. recitare il PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;

5. recitare una PREGHIERA SECONDO LE INTENZIONI DEL PAPA, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice. Normalmente si recita un Pater, un’ Ave e un Gloria; è data tuttavia ai singoli fedeli la facoltà di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno verso il Papa.


COME SAN FRANCESCO CHIESE ED OTTENNE L’INDULGENZA DEL PERDONO


Stando il beato Francesco presso Santa Maria della Porziuncola, il Signore durante la notte rivelò che si portasse dal sommo pontefice, il signor Onorio, che temporaneamente si trovava a Perugia, per impetrare l’indulgenza per la stessa chiesa di Santa Maria della Porziuncola, appena da lui restaurata. Egli, alzatosi di mattino, chiamò frate Masseo da Marignano, suo compagno, con il quale stava insieme, e si presentò davanti al detto signor Onorio, e disse: «Padre santo, ho appena finito di restaurare per voi una chiesa, ad onore della Vergine Madre di Cristo. Supplico vostra santità che l’arricchiate di un’Indulgenza senza offerte di denaro». Egli rispose: «Non è conveniente fare questo, perché chi richiede un’indulgenza, bisogna che la meriti dando una mano. Ma dimmi di quanti anni la vuoi e quanta indulgenza vi debba concedere». E santo Francesco replicò: «Santo Padre, la sua santità voglia dare non anni, ma anime». E il signor papa riprese: «In che modo vuoi anime? ». Il beato Francesco dichiarò: «Santo Padre, voglio, se piace a sua santità, che quanti verranno in questa chiesa confessati e pentiti e, come è conveniente, assolti dal sacerdote, vengano liberati dalla pena e dalla colpa in cielo e in terra, dal giorno del battesimo fino al giorno e all’ora della loro entrata nella suddetta chiesa». Il signor papa aggiunse: «È molto ciò che chiedi, Francesco; è non consuetudine della Curia romana concedere simile indulgenza». Allora il beato Francesco rispose: «Signore, non chiedo questo da parte mia, ma da parte di colui che mi ha mandato, il Signore Gesù Cristo». A questo punto il signor papa all’istante concluse dicendo tre volte: «Mi piace che tu abbia questa indulgenza».

I signori cardinali presenti replicarono: «Badate, signore, che se date costì tale Indulgenza, distruggete quella oltremarina e verrà distrutta e considerata nulla l’indulgenza degli apostoli Pietro e Paolo». Rispose il signor papa: «L’abbiamo data e concessa; non possiamo e non è conveniente distruggere ciò che è stato fatto; ma la modificheremo in modo che sia limitata ad un solo giorno».

Allora richiamò santo Francesco e gli disse: «Ecco, che d’ora in poi concediamo che ognuno verrà ed entrerà nella predetta chiesa, confessato per bene e contrito, venga assolto dalla pena e dalla colpa, e vogliamo che questo valga ogni anno per un giorno solo, dai primi vespri inclusa la notte, fino ai vespri del giorno successivo».

Il Beato Francesco, chinato il capo, stava uscendo dal palazzo, ma il signor papa, vedendolo uscire, lo richiamò e gli disse: «O sempliciotto, dove vai? Che documento porti di questa Indulgenza?». Rispose Francesco: «Mi basta la vostra parola. Se è opera di Dio, Dio stesso deve manifestare la sua opera. Non voglio nessun altro documento di essa, ma la carta sia solo la beata Vergine Maria, il notaio sia Gesù Cristo e gli angeli siano testimoni».

E allontanandosi da Perugia e facendo ritorno ad Assisi, lungo la via si riposò un poco assieme al suo compagno nel luogo chiamato Colle, ove c’era un ospedale di lebbrosi, e si addormentò. Poi risvegliato, fatta orazione, chiamò il compagno e gli disse: «Frate Masseo, ti dico da parte di Dio che l’Indulgenza concessami per mezzo del sommo pontefice è confermata nei cieli». (FF2706)



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